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Salve a tutti, il mio nome è Franco Da Prato e ho deciso di raccontare ai lettori una parte della mia vita, quella che mi visto adepto iniziato di una setta in valchiusella, l'organizzazione damanhur conosciuta ai più come associazione federazione damanhur, oggi APS damanhur.
La mia storia è molto simile alle tante, che ogni anno intasano i centralini di ascolto ed aiuto delle associazioni preposte al monitoraggio di questo fenomeno, ormai divenuto una vera e propria piaga sociale. Qualcuno anni addietro mi accusò di protagonismo, fu un giudizio mosso da emotività, con una storia come quella che in questo sitoweb vi racconto, c'è ben poco da sentirsi protagonisti.
La mia decisione di pubblicare i documenti riservati di quella setta e la mia storia sul web è più semplice, è l'effetto opposto ad anni di omertà, per far fede ai giuramenti estorti con astuzia, ai silenzi di paura, per non perdere i privilegi acquisiti, in una comunità che specula sulla meritocrazia, una categoria costituita maggiormente da clientelismo, ruffianaggine, parentelismo e massoneria. Come pensare di svolgere diversamente quotidianità, mantenendosi distaccati, indifferenti, dal resto del mondo. I parenti e gli amici intimi si scambiano i ruoli di rilievo ed un gruppo ristretto di collaboratori vigila su tutto è il vertice della piramide, i fedelissimi, sempre gli stessi da oltre trentanni. Il motivo che mi indusse a scegliere una realtà così alternativa almeno in apparenza, fu un ideale e lo è ancora. Inebriato dalla filosofia di quella microsocietà decisi di abbandonare tutto e dedicarmici a tempo pieno per portare il mio contributo, ma la realtà che si presentò era proprio diversa, troppo, non c'è un livello comune di coscienza, ognuno soddisfa i propri bisogni ed il benessere personale, inteso come ricchezza o agio economico, prestigio negli incarichi sociali, e grado esoterico producono la misura di ciò che ogni adepto interpreta come evoluzione sociale alternativa o riscatto magico.
L'entusiasmo è un carburante potente e mitiga le contraddizioni in fondo non c'ero solo io, eravamo in tanti spalla a spalla, ora sporchi di terra, ora lindi, con le vesti rituali.
Un carburante sublime, che dura poco e come dopo ogni innamoramento se non sono maturati altri punti di vista, ci si trova nel bel mezzo della crisi.
Cosa ci faccio io qui? Una domanda ricorrente come un tarlo nella mente, soffocata solo dalle emozioni di amicizia e fratellanza che si creano in quegli ambienti saturi di presenza di persone, tutti con gli stessi obbiettivi, tutti con gli stessi impegni, sempre più stretti che allontanano dalla precedente vita. Un falso messaggio quello del guru che ripete infinite volte come una sorta di mantra, un comando subliminale, parole banali per persone banali. Col tempo questa visione distorta, compromette la tua capacità di discernimento e crea un senso di disagio per cui ti vergogni persino al cospetto degli altri tuoi fratelli, cerchi soluzioni affinchè si crei una distanza tra te e quel senso di inadeguatezza e mentre operi in questo senso,aumenta il tuo coinvolgimento con la setta, fino ad accettare che l'omertà sia un male minore per la prosperità della comunità. E col passare degli anni questa condizione diviene una sorta di abitudine, un riflesso condizionato che si attua ogni volta che qualcosa di negativo colpisce la comunità, non importa a ragione o torto è sempre un attacco che mina la tua persona. E' così radicata che ad oggi gli adepti di quella setta difendono ancora il crimine di evasione fiscale perpretato dal guru. Anche la fratellanza è una parola abusata in quella setta, sei fratello o sorella spirituale fino a che persegui gli stessi ideali, se cambi idea come talvolta accade nella vita, ecco che divieni un elemento non dialogante. Non più una persona, ma un elemento nel migliore dei casi, un esterno quando proprio sei ignorato, un nemico, quando divieni pericoloso. Questa curiosa definizione "Elemento non dialogante" è stata coniata dal portavoce di quella setta, un certo Silvio Palombo alias Stambecco pesco, che ha rivestito il ruolo pubblico come assessore alla cultura del paese di Vidracco, si proprio quel paese, dove il sindaco e la giunta sono adepti iniziati di quella organizzazione. Il tuo valore e la tua persona sono riconosciuti solo se sei dentro alla setta, appena fuori sei trattato sempre con molta prudenza, viene soppesata qualsiasi parola per no far trapelare alcun "segreto" alcuna notizia riservata, ciò comporterebbe misure di disciplinari nei confronti dell'adepto, anche se si trattasse del proprio genitore o figlio.
Condivido il pensiero dello scrittore Roberto Saviano che sostiene che il crimine maggiore della mafia è quello di distorcere i significati delle parole a noi più care. E' lo stesso modus operandi della organizzazione damanhur che abusa del nome di una città egiziana e di una cultura realmente esistenti. Infanga distorcento i veri significati di parole legate ad altre tradizioni ed emozioni più intime, per perseguire i propri scopi come l'amore, la famiglia, la spiritualità, l'etica, la comunità. Ecco che tutta la propaganda esternata al mondo sulla ecologia, la natura, la spiritualità, e l'amore divengono parole vuote, utili veicoli per attrarre persone sensibili, si fa leva sui sentimenti per far acquistare un prodotto fasullo un placebo, per soddisfarne la necessità del momento. Questo è ciò che realmente offre , l'organizzazione damanhur. A coloro che hanno un immagine diversa scaturita da un semplice soggiorno organizzato ed immagina quella realtà idilliaca, resti pure di quella idea, ma non si permetta di presumere di conoscere l'organizzazione damanhur col solo soggiorno o la lettura di alcuni testi ad essa dedicati, perché non affatto così. Mi riferisco a tutti i personaggi citati nel sito uffiale dell'organizzazione damanhur ed aggiungo anche il Prof. Luigi Bersano, la Prof.sa Maria Macioti, il Prof, Massimo Introvigne, la Dott.sa Raffaella Di Marzio e tutti coloro che studiano l'organizzazione damanhur. Vale più una esperienza diretta che cento libri.
Franco Da Prato