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Un giorno sfogliando una rivista di ufologia, credo si intitolasse “Alieni” lessi un articolo su un certo Oberto Airaudi, che aveva costanti contatti con essi, e le astronavi facevano spesso sosta su i loro insediamenti, fatti, confermati dalle testimonianze di alcune persone della comunità. Se non fosse per la curiosità che il titolo richiamava, quell'articolo non lo avrei mai letto, era preceduto da una curiosa foto kitch di due ballerine in tutina attillata con le braccia alzate, all'interno di una stanza piena di specchi. Il tema dell'articolo trattava in effetti di contattismo con alieni, in fondo all'articolo, un link rimandava al loro sitoweb. Rapito dalla curiosità, lessi avidamente tutte le pagine del loro sito scoprendo una microsocietà oligarchica, era la comunità fondata da quell' Oberto Airaudi che sosteneva di avere frequenti contatti con gli alieni. In realtà nel sito non si citavano molto gli alieni, non nel modo in cui ero abituato io dai canoni ufologici, che si stavano delineando a quell'epoca. Ogni argomento era appena accennato, ma dava l'impressione di essere già stato vissuto e collaudato. Gli alieni non erano in forma materiale, ma eterea ed horus la principale divinità adorata, proveniente da una costellazione difficilmente osservabile dalla terra. L'idea di andare a visitare il luogo di persona, prese poi il sopravvento, qualche giorno dopo a bordo della mia vetturetta mi recai in Valchiusella nella sede della comunità damanhur in località Pramarzo. Precedentemente avevo conosciuto molte altre persone coinvolte con avvistamenti o contatti con alieni, alle varie conferenze ufologiche che un tempo si tenevano nella Repubblica di San Marino. Io stesso sono stato testimone di un paio di avvistamenti ufo, ero forte della mia esperienza e cultura in quel campo. L'idea di scoprire che quella realtà fosse vera era entusiasmante, anche se dietro questa mia ricerca, si mascheravano le mie reali necessità intime, la delusione di un matrimonio finito, e di un lavoro poco gratificante. Il viaggio non fu semplice, ho sempre avuto difficoltà con le strade a pedaggio, mi fermai in un area di servizio e chiamai l'Olamy che è il nome dell'ufficio turismo della comunità, per avere indicazioni ulteriori, ma non ottenni una risposta gratificante, un certo Ornitorinco mi invitata a prendere un appuntamento per meglio essere ricevuto, anche se questa cosa non era stata specificata sul loro sitoweb, eppoi ero già per strada, cosa avrei dovuto fare, tornare indietro? Che follia era mai questa, per conoscere una nuova realtà?! Ho sempre pensato che coloro che non riescono a trovare soluzioni non siano ne intelligenti ne professionali, ed ancora oggi sono della stessa identica opinione.
Feci buon viso alla curiosa sorte e dato che ero a due terzi di strada, proseguii lo stesso alla volta della comunità. Giunto sul posto, quello che si presentò ai miei occhi non fu gratificante, pochi metri prima dell'ingresso un pacchiano striscione pubblicizzava la comunità, appeso su di una rete di confine, al di là del quale si scorgeva una zona a quel tempo abbandonata e molto trascurata, dentro al quale, un enorme parcheggio piuttosto deserto. Al centro della piazzola antistante il parcheggio, una esile piantina era stata risparmiata dai lavori di ristrutturazione e pavimentazione dell'intero parcheggio, ma non risparmiata dai continui tamponamenti dei distratti automobilisti della comunità, resistette fino al tamponamento letale. Che idea assurda lasciare una pianta al centro di un parcheggio, questo ideale verde comunque, negli anni si è affievolito, lasciando tutta l'azione alle poderose motoseghe degli operosi adepti laddove una porzione di natura interessava un progetto della comunità.
Quel deserto mi procurava un senso di ansia, e presi tutto il mio tempo per decidere in quale posto auto parcheggiare la mia vetturetta e finalmente lo trovai. Giunto all'ufficio Olamy, mi venne proposto una frettolosa ed inutile visita all'insediamento, con la solita litania, fuori luogo e maleducata, che se avessi prenotato per tempo avrei avuto maggior accoglienza, restai basito da quella affermazione, ma declinai quell'inutile invito, elegantemente. Tra me e me pensavo se a casa mia fossero giunte persone a trovarmi, le avrei trattate con sufficienza perchè non si erano prenotate? Certamente no, poi col tempo compresi che in quella comunità, aleggiava un certo senso di diffidenza.
Di Oberto Airaudi nessuno parlava, non era possibile contattarlo, protetto da un alone di mistero e riservatezza che pareva di avere a che fare con una stella di hollywood. Scoprii in seguito, essere il guru della comunità, il capo assoluto, non si muove evento che non l'abbia autorizzato lui stesso, tanto che un anno, alle elezioni delle Guide che è un incarico di tipo presidenziale nella comunità, l'Oberto che ha sempre sostenuto di non partecipare alla vita comunitaria ed alle decisioni dei suoi accoliti, annullo le votazioni e proclamò due nuove persone per quell'incarico. Egli non poteva essere raggiunto se non da coloro che lui riteneva utili per i suoi scopi, mascherati in terza persona con la sua strampalata filosofia. Infatti resterà irragiungibile per i miei futuri dieci anni in quella setta. Curiosamente però le sue volontà raggiungevano tutti gli adepti e guai a non soddisfarle. Sconsolato, vagabondando per quel parcheggio desolato, nessuna anima in giro, nessun rumore di attività unama, nemmeno quelli della comunità, la sensazione che ebbi fu quella di trovarmi in un set cinematografico in disuso. Ripercorsi il loggiato un paio di volte, osservando con attenzione i prodotti proposti, nelle vetrine dei due negozietti, tra braccialetti in rame, tarocchi, libri, e preparati erboristici, poi mi infilai nel bar adiacente. Mi sento troppo osservato direi, non è molto educato penso fra me e me, chiesi un caffè non è che avessi voglia di chissà cosa, mi serviva un pretesto per capire dove ero finito, e domandai informazioni alle due bariste, Ondina e Murena, due sorelle. Sembrava proprio di disturbare, osservavo le espressioni dei loro visi miste di stupore e fastidio, annuivano complici per non cadere in contraddizione, talvolta non rispondevano, una situazione piuttosto imbarazzante, eppure quello che chiedevo loro, era pubblicato sul web, a disposizione di chiunque, non stavo indagando con chissà quale fine. In seguito scoprii che la maggioranza degli adepti non conosce affatto tutto ciò che capita nella comunità, ad eccezione del vertice composto da poche decine. Comunque, il caffè era davvero pessimo e la conversazione peggiore, mi domandai perché tenessero aperto al pubblico, se ciò gli procurava tanto fastidio. Finalmente giunge l'ora di ripartire, mi accinsi a raggiungere l'auto, quando il tipo dell'Olamy, Ornitorinco, mi affianca e con fare garbato ma fuori luogo, mi chiede se non volessi visitare l'associazione damanhur della mia città per comodità, forse mosso dal rimorso per la pessima accoglienza o forse no, accolgo la richiesta per educazione e proseguo per la mia strada. Avevo fatto il pieno dei misteri della comunità damanhur, figuriamoci, io che avevo conosciuto persone come Derrel Sims, Philip J. Corso, Linda Moulton Howe ed altri personaggi internazionali sui fenomeni ufo. Questi quà non mi dicevano proprio nulla e mi avevano fatto perdere solo tempo. Negli anni vissuti in quella comunità, imparai che il loro modo di raccontarsi attraverso i media era sempre troppo esagerato, rispetto alla realtà vissuta. Tempo dopo provai a visitare l'associazione damanhur firenze, mi tesserai, ma con mio stupore anche questo contesto, era pieno di misteri, riunioni segrete, divieti, insomma sembrava quasi che la mia presenza anche in quel caso fosse un fastidio. Scoprii più tardi che le riunioni che si svolgevano in determinati giorni con cadenza fissa ed altre speciali, erano riservate solo agli adepti iniziati. Insomma l'apparenza di cui si circondavano gli adepti di questa associazione, serviva egregiamente a camuffare le loro intenzioni ed i loro scopi agli occhi degli "esterni" termine piuttosto razzista con cui etichettano le persone che non condividono attivamente quella filosofia. Diverse città in Italia ed all'estero, ospitano queste associazioni ribattezzate per dare enfasi alla comunità originale, col termine di ambasciate, i soci più spesso adepti iniziati, possono frequentare la scuola di meditazione anche senza essere cittadini, naturalmente la loro conoscenza esoterica si ferma ad un certo punto oltre il quale è proprio richiesto di vivere nella comunità.
Cercai anche in questo caso di adattarmi, seguii alcuni loro corsi, provai alcune sedute di pranoterapia. Anche contrariato dalle evidenti contraddizioni di approccio alla vita associativa che si sostituivano alle norme dettate dallo statuto, proseguii con la mia partecipazione nell'associazione, in fondo il clima di affiatamento tra le persone era stimolante. Alcuni incontri li trovai interessanti mi servivano per interrompere una routine, di precedenti brutti ricordi. Col tempo, imparai a conoscere tutte le usanze tramandate dalla comunità, affascinato ed incoraggiato nel clima di affetto dei partecipanti della associazione damanhur firenze decisi che il mio posto doveva essere in quella comunità, anche se ad oggi penso solo che stavo scappando da qualcosa, forse da me stesso. L'idea ufologica che mi aveva spinto verso quella realtà si era trasformata in altro, gli scopi e gli obbiettivi della comunità si erano ampliati, comprendendo oltre gli alieni, la partecipazione alla creazione di una nuova socialità libera dagli schemi conformisti, poi rivelatasi una bufala colossale. Questo accade alle persone ingenue che credono nell'onestà del prossimo, come ho fatto io. La mia esperienza, purtroppo non è isolata, ma è parte di una cifra allarmante di casi che ogni anno affollano i centralini delle associazioni antisette e delle forze dell'ordine. Comunque a quel tempo ci ho creduto, stimolava il mio senso della giustizia e della libertà anticonformista, mi sono fidato e affidato. Continua.