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Vergogna!

Post tratto dal sitoweb: unostambeccoadamnhur del 12 gennaio  2013

Condivisione economica? Sì grazie


Damanhur è una comunità – una federazione, per meglio dire, di comunità – e quindi il principio della condivisione è basilare: infatti non si vive in comunità solo per condividere servizi e raggiungere una massa critica di persone che renda possibili obiettivi negati ai singoli, bensì per condividere le esperienze, le difficoltà, i sogni, per essere un po’ meno se stessi e un po’ di più un grande “noi” (salvo scoprire che essere un “noi” permette di essere davvero se stessi).
In ogni comunità damanhuriana esiste un paniere mensile che comprende le spese per la vita quotidiana, i figli, la progettualità della comunità; ognuno onora il paniere e trattiene il resto per le spese personali, secondo un modello affinato negli anni che affianca la gestione collettiva della struttura e dei grandi obiettivi alla gestione personale delle risorse eccedenti. È un modello lungamente collaudato e funzionante, che permette a ognuno di decidere quale qualità della vita perseguire, detto “armonizzazione economica”.
Da circa due anni e mezzo, però, la comunità nella quale vivo, Cambioidea, sperimenta un modello economico diverso: la “condivisione”. Ci siamo detti: fermo restando il principio della responsabilizzazione individuale e quindi di una soglia di autogestione personale anche economica, facciamo in modo che la ricchezza degli uni dipenda maggiormente dalla ricchezza degli altri, che vi sia una solidarietà reciproca basata non sulla generosità personale (come accade nelle altre comunità, dove chi ha di più è sovente di aiuto a chi ha di meno) ma su un protocollo amministrativo che indirizzi da subito l’utilizzo delle tredicesime, delle entrate straordinarie e ordinarie verso la ricchezza collettiva e non solo verso il mantenimento della comunità.
Il “come” è relativamente semplice: si contribuisce al paniere mensile in misura proporzionale alle entrate, e si rimette alle scelte di gruppo ogni altra risorsa. Semplice, ma abbastanza rivoluzionario, anche in un posto come Damanhur dove di rivoluzioni ce n’è una al giorno!
A poco a poco sta cambiando il nostro modo di pensare: per alcuni, all’inizio la sensazione è stata quella di essere impoveriti, poi a poco a poco ci siamo accorti che in realtà si tratta di ragionare in modo diverso, di imparare a programmare, chiedere, proporre con una logica più collettiva, e allora la ricchezza aumenta. E poiché il denaro è un’energia che serve a procurare benessere, cultura, salute, incontri, movimento e via dicendo, la condivisione è a mano a mano salita non solo dal punto di vita economico ma da quello umano, affettivo, relazionale.
Compatibilmente con i pochi spazi della casa, abbiamo messo in comune anche libri e film. Lo scoglio principale lo abbiamo incontrato nel riuscire a condividere il problema dei trasporti – pure così importante, per le implicanze economiche ed ecologiche – per il quale vorremmo realizzare un modello di car-sharing che non siamo ancora riusciti a pianificare. Forse siamo ancora un po’ troppo italiani e innamorati dell’automobile, e poi obiettivamente a Damanhur i ritmi personali sono così diversi che dipendere dagli altri per i trasporti è alquanto problematico. Ma qualcosa riusciremo a fare anche in questo senso…

Testimonianza di Franco Da Prato:


Come suo solito l'autore del post esprime a priori, una critica negativa nei confronti di un ospite al quale si contesta addirittura il modo con il quale si esprime. Naturalmente l'ospite ha ragione e mi accingo a spiegarvi i motivi:
Il cittadino damanhuriano che è per forza e non per scelta anche adepto iniziato della scuola di magia, esprime il suo consenso con dei  giuramenti che lo vincolano alla  lt totale condivisione. Il fatto marginale che ognuno possa avere un conto bancario personale, dei possedimenti o degli oggetti preziosi non giustifica o legittima il falso senso di libertà economica che da questo post si vorrebbe far trasparire. Spesso i più abbienti almeno fino prima della dipartita del guru, venivano elegantemente spremuti per finanziare progetti comuni, il tutto avveniva durante le serate dedicate alla raccolta fondi. Insomma sei padrone dei tuoi averi fino a quando non te li chiedono, puoi rifiutarti, ma questa scelta porterà alla inevitabile emarginazione dalla comunità. Ovviamente si utilizza come propaganda coloro che possiedono risorse economiche importanti, senza rammentare l'esercito dei meno abbienti che si occupa della manutenzione e dei servizi degli immobili spesso ristrutturati, tutti partecipano al pagamento di una quota mensile che comprende anche il mutuo della ristrutturazione, ma non ne sarà mai partecipe come proprietà. La legale proprietà degli immobili è contenuta in due cooperative sociali edili, cui fanno capo poche persone. Perché nella comunità damanhur..cito testualmente da una serata del guru... "si viene per portare..." se non hai niente rimani con niente, ma puoi condividere il sogno!


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