Requiem per un guru - Caproespiatorio

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Requiem per un guru

Vergogna!

























REQUIEM PER UN GURU
Ricordiamolo anche per altre cose, un po burlesque!


Penso di interpretare un filone di pensiero già comune a moltissime persone, e per darvi una idea dei numeri per i quali scrivo, pensate che ogni anno si rivolgono alle varie associazioni antisette, un migliaio circa di persone. Poi ci sono gli adetti ai lavori, ovvero i collaboratori delle stesse, ed un importante numero di persone tra laici, cattolici, ma anche atei, che aborriscono queste forme castranti di idolatria, scrivo quindi per numeri importanti. Una visione critica esasperata e stanca di puerili proselitismi, cui la macchina pubblicitaria della comunità damanhur persegue nel suo intento per accogliere quante più persone possibile e vendergli oggetti e corsi di ogni tipo. Rammento a chi legge per la prima volta questo articolo, che il guru sopra citato è l'ispiratore nonchè capo indiscusso della comunità damanhur in valchiusella in provincia di Torino e si chiama Oberto Airaudi alias Falco (ovviamente non il cantante). A dare credito alle mie affermazioni alcune testate giornalistiche e il loro quotidiano interno, cui mi sono giunti ritagli di notizie.
C'è stata una cerimonia ufficiosa e scenografica per il saluto al guru, la scenografia ormai ha preso piede nei più importanti rituali dei damanhur, anche questa condizione serve per richiamare nuove persone (clienti). La formula ormai riuscita del cittadino a tempo da i suoi frutti, aiutando l'economia damanhuriana senza alcuna pretesa in cambio. Al termine dell'esperienza ognuno torna a casa propria illuso di essere stato un "damanhuriano", portandosi con se qualche monile dagli improbabili poteri magici, qualche libro con filosofie riadattate (Alister Crowley ad esempio), ed aver fatto un corso di qualcosa, che dimostri ciò di cui il libro acquistato racconta e ciò accade puntuale, nella testa di ognuno, in fondo chi ha il desiderio che possa accadere qualcosa, trova sempre qualcosa a suffragio della propria ragione. Il cliente perfetto è invitato nello showroom per valutare i prodotti, eventualmente acquistarne e poi di nuovo a casa propria. La formula cliente/testimonial è diventata efficace. Qualcuno si ferma ed inizia il vero percorso del cittadino damanhuriano "A", strapieno di impegni, troppi per coloro che non hanno una professione ben remunerata. Perché di economia si tratta, se ti vuoi illuminare, in fondo dobbiamo allargare la visuale ad un più ampio orizzonte in cui le divinità assumono contorni economici ben definiti. La divinità horus è una divinità per benestanti, essa richiama a se i danari, l'economia e la gestione del personale, sono gli ingredienti principali della comunità. Come dite, i sogni? Ma certo ognuno è libero di portare il proprio sogno e cercare di renderlo realistico, sempre che esso collimi con il sogno e le esigenze della comunità. Sicuramente esso dovrà rispettare le volontà della filosofia del guru, altrimenti come sostengono i damanhur, il mondo è grande e ci sono infinite possibilità di scelta per soddisfare i propri bi-sogni.
La notte che è morto il guru, c'è stata una forte tempesta in vidracco e dintorni, come non interpretarla come un segno divino? Talvolta mi stupisco di come si possa esaltare la propria ottusità, collocando un fenomeno fisico atmosferico ad un evento presunto magico. Anche dalle mie parti lo stesso giorno c'è stato quel brutto tempo, ma non mi sono minimamente sognato di scrivere su un quotidiano che il cielo all'improvviso si è riempito di fulmini perché avevo ruttato dopo una birra ghiacciata!
Comunque, qualsiasi cosa accada a damanhur deve promuovere una emozione, sufficiente a convincere una persona presente od un lettore o qualcuno che ascolta il racconto che l'accaduto è reale come l'emozione stessa. Che l'emozione sia reale non c'è da dubitarne, ma che sia collegata ad un evento qualsiasi o che esso ne sia la naturale rispondenza, beh c'è sempre un bel mare da attraversare! Certo far morire un guru in una banale giornata è molto riduttivo, ci vuole sempre una rispondenza ridondante di eventi che si possano collegare al decesso come segno inequivocabile di una rispondenza divina.
Il guru muore di malattia, curioso decesso per uno che ricordo è venuto indietro nel tempo da seicento anni avanti nel nostro futuro per salvare il pianeta dall'annullamento. Curioso perché egli sosteneva di curare i tumori, ed il suo no? In fondo egli, sempre per sua ammissione, abitava un corpo umano quindi con le stesse caratteristiche di quelli che sosteneva aver curato.
Muore in giovane età, sessantadue anni, ma non si capisce se è riuscito a portare a termine la sua missione o la debbano proseguire gli adepti sopravvissuti, ahinoi direi nel caso. Anche la sua malattia è confusa ci sono varie versioni come l'ubicazione delle sue ceneri...in tutto questo bailamme c'è da chiedersi se sia davvero morto o sia emigrato in qualche altra nazione per godersi il suo tesoretto. Nel caso vi chiedessero un compenso per pregare al capezzale delle sue spoglie o ceneri, dubitate perché non sussistono prove certe che le ceneri possano esistere in un luogo piuttosto che in un altro. Sarebbe proprio poco elegante pregare in luogo dove non è sepolto nessuno, vi pare?
Lascia la comunità in un abbozzo di organizzazione di tipo aziendale, ma coloro che gli succeddono sono uguali a tutti gli altri, niente divinità, niente particolarità, solo funzioni e poteri concessi dal guru prima della sua dipartita. In questo momento nella fotografia della comunità s'intravede sgomento e perplessità ed ogni adepto si domanda se non sia questo il momento per rivedere le proprie scelte, in fondo molti hanno tenuto duro proprio per la loro visione concentrata sull'esistenza del guru e adesso che non c'è più perché continuare? A chi donare la propria fedeltà incondizionata? A chi destinare il proprio sacrificio? Nessuno potrà prendere il suo posto, forse ci sarà un posto rappresentativo magari composto da più persone. La comunità è in fase di fratturazione, chi sceglierà (fortunato colui che se lo può permettere) di andarsene e vivere quella realtà in modo più periferico, diminuirà la propria cittadinanza, chi rimarrà avrà ottimi e forzati motivi per la stessa ragione e cioè quella economica. Ovvero c'è chi ha interessi economici in cui a coinvolto tutti i suoi averi ed adesso non possiede più nulla che un impiego interno remunerato senza previdenza sociale e chi invece ha la sua fetta di capitale nelle due cooperative edili, cui sembra si siano aggiunti i possedimenti del guru per sua volonta, almeno quelli conosciuti? Al solito anche dopo smielati articoli che vorrebbero dipingere la vita di una persona come integerrima, finiscono per giustificare la promozione sociale per il marketing magico!
Attento o Lanù il falco vola sopra la tua testa, speriamo non caghi!


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