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Vergogna!

Post tratto dal sitoweb: unostambeccoadamanhur del 23 marzo 2014

Cosa mangiano i damanhuriani


Una domanda alla quale molto spesso mi trovo a rispondere è quella sull’alimentazione: cosa mangiano i damanhuriani? E quindi: sono vegetariani? Sono crudisti? Sono vegani? I damanhuriani seguono un’alimentazione il più naturale possibile, questa è la risposta. Desideriamo sapere che cosa mangiamo, alimentarci di cose sane, biologiche, prodotte con cura e rispetto per l’ambiente e per il consumatore. Per questo motivo, la comunità di Prima stalla ospita grandi serre e colture estensive, per coprire il fabbisogno agricolo, e una stalla di bovini. Inoltre, in tantissime altre comunità e nuclei vi sono serre più piccole, orti, pollai, frutteti, per garantire una produzione più varia, sempre biologica. Al Tentaty, il minimarket del biologico a Damanhur Crea, si trovano i prodotti damanhuriani e altri prodotti provenienti da altre filiere, sia di piccoli produttori della zona sia da produttori nazionali di cibi biologici. La scelta possibile quindi è molto varia, e sono pochi i generi per i quali è necessario andare a fare la spesa fuori Damanhur. (Il Tentaty e la cooperativa Punto verde naturalmente gradiscono molto anche la clientela non damanhuriana…)
Su questa base, cioè la genuinità dei cibi, la regola è quella di nutrirsi in modo equilibrato, senza eccessi, con buon senso. Nulla è bandito ma è importante avere rispetto per il proprio corpo. E anche per la propria lucidità: alcol e superalcolici, ad esempio, vanno dosati attentamente, considerando che oltre a pesare sulla salute, possono alterare le percezioni personali, che consideriamo invece un patrimonio da affinare. Vi sono diversi damanhuriani che per scelta personale sono vegetariani, altri vegani, ma collettivamente abbiamo sempre scelto un’alimentazione onnivora, nella quale la base è vegetale ma dove non mancano di quando in quando carne e pesce. Nei suoi (pochi) scritti sull’alimentazione – e in particolare nel Piccolo Vangelo Alimentare, all’interno del “Libro del Risveglio” – Falco parla del cibo come di esperienza di consapevolezza e di allargamento della propria conoscenza dell’universo,esperienza basata quindi anche sul consumo di carne animale, al fine di portare dentro di sé anche l’esperienza dell’animale… A maggior ragione, occorre però che l’animale venga da allevamenti dove è stato rispettato e nutrito a sua volta in modo sano.
Nelle comunità ognuno cucina a turno, e quindi essendo ospiti a Damanhur si può essere alle volte più fortunati, alle volte meno. La differenza riguarda però solo il gusto e non la qualità, considerando che un po’ in tutti i frigoriferi e in tutte le dispense gli ingredienti sono quasi completamente naturali. Certo, il gusto non è un elemento di poco conto, specie se chi cucina oltre a non essere un cuoco provetto magari viene da culture alimentari molto diverse – cosa ogni giorno più probabile, vista la sempre maggior presenza di non italiani – ma si cresce attraverso tutte le esperienze. O no?

Testimonianza di Franco Da Prato:

Attenzione alla demagogia, la macchina del proselitismo ha affinato le sue tecniche per far breccia sui sentimenti delle persone. Il testo racconta uno spaccato di vita della organizzazione damanhur abbastanza recente, se si considera che nell'anno 2000, anno in cui ho cominciato a frequentare quella organizzazione stava appena cominciando. Quindi possiamo dire più correttamente che gli adepti di damanhur, mangiano cibi prevalentemente biologici adesso, non da sempre. Possiamo senza ombra di smentita, richiedendo informazioni che non ledano la privacy delle persone, alla Dottoressa Formichiere Carota, Medico di base dei damanhuriani, quale siano le reali condizioni di salute e di sovrappeso degli adepti. Quindi anche per quanto riguarda la cura del corpo, che rientra nella norma costituzionale della organizzazione, ci sono molte falle. Possiamo considerare i post di Stambecco Pesco e i testi da lui citati come una saga di romanzi di fantasy. Per concludere concordo con le buone intenzioni, ma serve anche la coerenza, cioè quel pragmatismo che fatica a realizzarsi. Scrivo questi commenti perché l'organizzazione damanhur come tante altre realtà che strombazzano ai quattro venti la loro perfezione e bontà d'intenti amano sottolineare i pregi, mantenendo soffocati i difetti. Ciò che mi rende perplesso è la fede e l'impegno di Stambecco Pesco nel descrivere una realtà fasulla, cui faccio tanto di cappello per la perseveranza. Semmai un giorno accadesse una cosa simile brinderò virtualmente alla vostra salute, ovviamente con uno spumante bio.


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